La bufera ci coglie sulla Salerno Reggio Calabria,
quando usciamo a Rosarno per far rifornimento di metano.
L’ “omino” del distributore indugia nel casottino
guardando gli alberi piegati dal vento,
le raffiche che formano mulinelli e
le gocce impazzite.
Noi siamo fermi in macchina
senza la benché minima idea di scendere.
Si sta ad aspettare che spiova,
i ragazzi di Terre di Palike raccolgono le olive a Capo d’Orlando.
Non c’è fretta.
Sullo stretto di Messina il traghetto
ondeggia come mai visto prima.
Ci chiamano i parenti preoccupati sui telefonini. Oggi su Catania è previsto un ciclone.
Per fortuna l’abbiamo scampato,
sia a Capo d’Orlando che poi a Ramacca, nella contrada Ovo, dove
la comunità del cibo di Terre di Palike pratica.
Orto, ulivi, agrumi, cavalli, galline, grani antichi.
Un museo etnografico vivo.
Qui l’uomo si è insidiato sin da epoche preistoriche.
Finiamo il viaggio dove tutto ebbe inizio,
tra cirnechi (i più antichi levrieri sopravvissuti nella storia) e cavalli purosangue orientali.
Salutiamo Michele sul lungomare catanese,
mentre noi donne ritardiamo ancora un giorno la partenza.